Il bisso e la 'sacerdotessa del mare' Chiara Vigo

Bello, bellissimo, misterioso ed intrigante. Il bisso è davvero la seta che viene dal mare, una delle stoffe più preziose, che qualcuno ha indicato come «i capelli della sirena». Il bisso era il tessuto dei manti dei re, delle regine, delle principesse. E l'Isola di Sant'Antioco in Sardegna ne è la capitale mondiale. Una volta era un'occupazione delle donne dell'isola ora sono pochissime quelle che vi si dedicano, come Chiara Vigo, alla quale, Susanna Lavazza ha anche dedicato un libro: « Tessere il bisso non è come fare la maglia: ipoteticamente, per diventare maestro di bisso - si dice così, al maschile, secondo una tradizione rinascimentale - bisogna saper tessere la lana, il cotone, il lino, la canapa, l'agave, la palma e conoscere 124 sistemi di tintura e cura con le erbe o gli animali (senza ucciderli), pregare ogni mattina e sera nelle lingue antiche, immergersi a maggio fino a 13 metri senza muta per prendere gli ultimi centimetri di bioccolo dalle Pinne nobilis, dissalarli per 25 giorni cambiando l'acqua ogni 3 ore, passarli in una pozione di 14 alghe, sbiondarli con il limone, cardarli, filarli con il fuso, tesserli con le unghie nel lino. E metterci magari 4 anni per fare un'opera perché i disegni sono complessi e la Pinna Nobilis, il più grande mollusco del Mediterraneo, è protetto da leggi europee.

Insomma, non un lavoretto. E come se non bastasse questo lavoro non si fa per denaro: il bisso non si compra e non si vende, non ha mercato e Chiara Vigo, come una sacerdotessa del mare, lo fa gratuitamente. Al massimo regala un filo di bisso a chi la va a trovare al Museo del Bisso di Sant'Antioco, così come ha regalato le sue opere a persone molto speciali, come Clinton, il Papa o qualche museo. Per il resto vive di offerte, mostra la sua arte alla gente di tutto il mondo che la va a trovare al museo e aspetta di trovare una donna che voglia imparare la sua arte».